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Capannori, il comune “verso rifiuti zero”

(Tratto da “GSA igiene urbana” n1,gennaio-marzo 2011)
Capannori è stato il primo comune italiano ad aderire al programma Rifiuti zero. Ma la raccolta porta a porta è stato solo il primo passo di grande un programma di riduzione dei rifiuti.

L’ambiente è il nostro bene comune più importante, l’umanità non può più considerare i propri stili di vita e il proprio modello di sviluppo indipendenti dalle variabili ambientali che ogni giorno emanano segnali di emergenza e insostenibilità. L’impronta ecologica dell’uomo sull’ambiente è più che triplicata tra il 1963 ed il 2003, superando di oltre il 30% la capacità bio-riproduttiva dei sistemi naturali. Le emissioni in atmosfera nello stesso periodo sono aumentate di 9 volte. Con questo ritmo nel 2050 consumeremo ogni anno le risorse di almeno 2 pianeti.
Occorre ripensare in termini di “futuro possibile” il modo di vivere il rapporto uomo-ambiente vincolando le attività umane al massimo risparmio energetico e di materie prime, diminuendo gli sprechi energetici e favorendo la dimensione locale dell’economia. In particolare la questione rifiuti ha dimostrato in questi anni la centralità del nostro stile di vita ed ha fatto emergere la problematica dello smaltimento di enormi montagne di scarti che la nostra società produce. Capannori, 46.000 abitanti in Provincia di Lucca, è il primo Comune in Italia ad aver aderito alla strategia “Rifiuti zero al 2020”. Un obiettivo che cerchiamo di costruire con scelte importanti e coraggiose, ma soprattutto con la massima partecipazione della cittadinanza. In pochi anni dall’avvio della strategia abbiamo raggiunto l’82% di raccolta differenziata, ridotto del 20% la produzione complessiva degli scarti, costruito cinquanta nuovi posti di lavoro, aiutato molti produttori locali e fatto risparmiare la cittadinanza. È stato possibile costruire tutto questo attraverso una politica i cui cardini fondamentali sono stati due: sostenibilità e partecipazione.

Vendita del latte fresco alla spina

La partecipazione: il filo rosso tra tutte queste politiche
Viviamo oggi la necessità di strutturare rivoluzioni che cambino profondamente la nostra società, condizionata da mass media e dalla pubblicità, disaffezionata alla politica e alla partecipazione attiva. La necessità di progetti che coinvolgano le comunità e sappiano ridefinire i nostri stili di vita è una necessità sociale ed ambientale senza precedenti.
E’ una necessità sociale perché l’aggregazione comunitaria è quasi scomparsa, affidata sempre più agli spazi sterili e vuoti del mercato e dei grandi centri commerciali, dove l’individualismo e l’apparenza dominano sull’autenticità dei bisogni e delle relazioni. È una necessità sociale perché la politica è svuotata della partecipazione dal basso di cui invece deve alimentarsi come linfa vitale per costruire il bene comune. E’ una necessità sociale perché le regole del mercato impongono una politica di prezzi che porta la produzione di filiera corta a essere strangolata dalle grandi marche che mettono in crisi l’economia locale. E’ una necessità ambientale perché la società dell’immagine e dell’usa e getta si basa quasi esclusivamente sulla pubblicità con sprechi insostenibili di risorse, imballaggi, energia, e trasporti.
Il buon esito di progetti che sappiano invertire queste tendenze dipende esclusivamente dalla dimostrazione alla comunità che esiste un futuro diverso, che c’è una speranza e che questa dipende solo dalla responsabilità delle scelte di ognuno di noi, giorno per giorno. In questo percorso a Capannori, oltre alle decine di assemblee, nei contesti più disparati, dal comune ai bar, abbiamo voluto stimolare la partecipazione dal basso anche e soprattutto attraverso la collaborazione attiva con le associazioni locali, di ognuna delle frazioni attraversate dalla raccolta domiciliare.

Vendita di prodotti sfusi

Come vogliamo raggiungere “Rifiuti Zero”
Con questo percorso, per primi in Toscana, abbiamo iniziato ad infrangere la “religione” del cassonetto. La raccolta differenziata è passata dal 30 all’82%. Grazie al risparmio di quasi due milioni di euro ogni anno dal mancato smaltimento dei rifiuti in discariche e inceneritori si è costruita la sostenibilità economica di oltre 50 nuovi posti di lavoro, mantenendo una delle tariffe tra le più basse in Toscana, con una premialità per i buoni comportamenti.
Oltre Capannori anche molti comuni limitrofi sono passati integralmente o parzialmente, al modello del “porta a porta”; continuamente riceviamo visite di amministratori, associazioni, comitati ed esperti del settore che vengono ad approfondire questa esperienza cercando di replicarla in altri contesti. I benefici sono enormi, oltre all’eccezionale dato occupazionale, risparmiamo, in termini di minor utilizzo di materie prime, oltre 100.000 alberi, 2,85 milioni di litri d’acqua, l’emissione di 1.904.800 tonnellate di CO2 in atmosfera, pari a un mancato consumo di 676.204 barili di petrolio.
A livello nazionale il valore della produzione del riciclo negli ultimi dieci anni è più che triplicato, superando i 25 miliardi di euro annui (1,4% del PIL) con oltre 65.000 imprese operanti nel settore. Nello stesso periodo si sono creati 76.000 nuovi posti di lavoro, riciclando 38,8 milioni di tonnellate di materiali ed evitando dunque l’apertura di 325 nuove discariche. I vantaggi energetici sono enormi, basti considerare che la discarica comporta solo problemi e l’incenerimento consente il recupero solo di una piccola parte di energia (in genere 3,2 Giga Joule per una tonnellata di PET) e con il riciclo si riesce ad avere meno problematiche ambientali e un recupero energetico 20 volte superiore (85,1 GJ dal riciclo della stessa tonnellata di plastica).

Raccolta porta a porta
Raccolta porta a porta

Oltre a riciclare, cambiamo abitudini!
Ma la strategia “Verso Rifiuti Zero al 2020” che in Italia il Comune di Capannori ha sposato per primo rappresenta di fatto un’exit strategy dalle logiche dello smaltimento. Una strategia basata sulla guerra agli sprechi, contro la cultura dell’usa e getta o dell’uso indiscriminato degli imballaggi spesso inutili e con l’unico scopo di attirare i clienti con strategie di marketing. È in questo percorso che la raccolta differenziata, giunta all’82% a livello comunale è stata abbinata a un impegno altrettanto forte e necessario sulla riduzione dei rifiuti che ha portato alla riduzione del 20% della produzione complessiva di scarti in soli 5 anni. Sono oltre quindici le iniziative avviate o in progettazione per contribuire alla riduzione degli scarti.
Iniziamo con gli Acquisti Verdi comunali, vincolando i consumi dell’ente all’acquisto di prodotti realizzati in materiale riciclabile, minimizzando inoltre la produzione di scarti. Il compostaggio domestico della frazione organica, con la riduzione della tariffa dei rifiuti alle oltre 2.500 famiglie che hanno aderito al progetto, smaltendos nel proprio orto o giardino gli scarti di cucina e producendo un ottimo terriccio. Il compostaggio è stato avviato per la prima volta in Italia anche su una grande utenza come la mensa comunale, trasformando in terriccio 20 tonnellate annue di scarti di cucina.
L’eliminazione delle acque minerali da tutte le mense comunali e scolastiche ci permette di risparmiare così migliaia di euro e rimuove il problema dello smaltimento delle bottiglie di plastica, oltre a evitare un insensato acquisto visto che l’acqua arriva in tutti i rubinetti con maggiori controlli, qualità e garanzie rispetto a quella acquistata al supermercato. Anche su questo progetto sono stati realizzati una decina di incontri pubblici con genitori, studenti ed esperti, che hanno dimostrato a tutti quanto l’acqua di rubinetto sia migliore e più controllata di quella minerale acquistata al supermercato.
È nata poi la “Via dell’Acqua” per valorizzare quindici fonti sorgive presenti sul territorio, promuovendo l’acqua come un bene comune fondamentale per la comunità e facilitandone l’accesso e l’approvvigionamento. Sono stati promossi punti di vendita di detersivi alla spina, in una rete di 15 punti vendita in piccoli negozi del territorio, anche in questo caso con benefici per i produttori locali, i cittadini e la rete dei negozianti che hanno aderito al progetto godendo anche di una riduzione della tariffa sui rifiuti.
Poi le ecosagre: in accordo con l’amministrazione comunale abbiamo promosso da parte degli organizzatori delle sagre e feste paesane l’eliminazione progressiva di tutto l’usa e getta di plastica, sostituendolo con l’usa e getta compostabile o meglio con i piatti di coccio con le lavastoviglie industriali. Oltre a questo le “Soffitte in Piazza”: sempre grazie al protagonismo dell’associazionismo locale viene periodicamente organizzato l’evento del riuso con la possibilità per tutti i cittadini espositori di vendere o barattare la merce usata che portano in piazza con benefici ambientali, sociali, economici e di creazione di socialità nella comunità. Altra azione è la promozione dei pannolini lavabili: uno studio merceologico effettuato a campione sul flusso di indifferenziati ci ha mostrato quanto grande fosse il problema e da allora è iniziata una politica di incentivo economico alle famiglie che invece decidono di utilizzare i pannolini lavabili.
“Porta la sporta” è poi il nome della campagna che l’Associazione dei Comuni Virtuosi ha dato ai progetti avviati per contrastare l’utilizzo dei sacchetti di plastica, passando a quelli di tela. A Capannori, il Comune e l’Ascit, l’azienda di smaltimento dei rifiuti, hanno deciso di mandare a ogni famiglia una borsa di tela, così si potrà dare il definitivo addio al sacchetto usa e getta.
Le isole ecologiche realizzate, infine, incentivano i cittadini a consegnare gli ingombranti e tutti i materiali da smaltire con un sistema che pesa i rifiuti conferiti e attribuisce un punteggio che dà diritto anche ad un premio di un assegno a fine anno di 20 euro. Un’altra isola ecologica è in costruzione in uno spazio chiuso; con essa si potrà mettere a disposizione e riutilizzare i beni ancora in buono stato, i quali, invece di essere gettati, verrebbero depositati e prelevati poi gratuitamente da chi ne ha bisogno.
Dal 2012 entrerà poi in vigore un nuovo sistema tariffario che calcolerà la tariffa ai cittadini non più soltanto in base alla grandezza della casa e al numero dei componenti del nucleo familiare, ma anche in base ai rifiuti effettivamente prodotti. Capannori ha infine attivato da pochi mesi il primo Centro di Ricerca in Italia sui rifiuti, mettendo assieme competenze educative, progettuali, di ricercatori universitari e designer, di tecnici e lavoratori del settore, per capire come dare massima progettualità allo sforzo di chi cerca di ridurre l’eccesso di rifiuti nel nostro modello di sviluppo.

I mastelli per la raccolta porta a porta
I mastelli per la raccolta porta a porta

Il latte, emblema di un modello di consumo che dobbiamo rivedere
Il latte fresco viene normalmente acquistato per lo più al supermercato a un prezzo di circa 1,40 euro. L’allevatore riceve però soltanto 30-40 centesimi al litro. Un euro si perde in trattamento, confezionamento, imballaggio, trasporti, pubblicità e margine del rivenditore. Risultato: produttori sempre più in crisi, una logica di acquisto del consumatore legata al marchio e al condizionamento della pubblicità, con la perdita totale di rapporto con il territorio e il dominio della grande impresa sui piccoli produttori locali. Questo è il nostro modello di sviluppo che non vale purtroppo solo per il latte ma per la totalità dei nostri consumi.
Cosa abbiamo fatto per costruire un’alternativa? L’amministrazione comunale ha acquistato, con circa 15 mila euro cadauno, distributori automatici del latte alla spina, mettendoli a disposizione dell’Associazione provinciale degli allevatori. Così gli allevatori possono oggi vendere il loro latte direttamente al consumatore a 1 euro, vedendo anche più riconosciuto il loro lavoro. Il consumatore acquista un latte più fresco, appena munto e sicuro come quello al supermercato, risparmia e aiuta i produttori locali, affinché non siano più schiacciati dalle regole del ‘mercato’. Dei centinaia di litri di latte venduti ogni giorno a Lammari, nel parcheggio della scuola elementare, grazie al distributore automatico, oltre l’85% dei consumatori acquista con un proprio recipiente, portandosi la propria bottiglia da casa, risparmiando così all’ambiente lo smaltimento di migliaia di contenitori e di imballaggi. Cos’è allora il mercato? E’ uno spazio ‘libero’ dove, invece della regola del più forte, dove il ‘libero’ pollo concorre con la ‘libera’ volpe, cittadini e istituzioni possono costruire sostenibilità sociale e ambientale a partire dalle buone pratiche e dalla ricostruzione dei legami tra produttori e consumatori di una stessa comunità. Questo percorso è possibile soltanto se movimenti, istituzioni, politica e cittadini, mettono tutti in campo un’azione comune mirata alla partecipazione collettiva e alla costruzione di un migliore futuro per noi e le future generazioni.

Il fontanile rimesso in funzione
Il fontanile rimesso in funzione

Conclusioni
Alcuni Comuni, volendo condividere percorsi virtuosi sull’ambiente e sulla partecipazione hanno fondato associazioni di enti che giocano un ruolo sempre più importante nella diffusione e promozione delle buone pratiche: è il caso dei Comuni Virtuosi, di Agenda 21 e Rifiuti 21 Network, la Rete italiana dei compostatori e l’Associazione Internazionale di Comunicazione Ambientale. L’importanza del lavoro di queste realtà, oltre che nella diffusione di esempi positivi, è data anche dalla continua elaborazione di riflessioni e proposte per migliorare la legislazione sui rifiuti e sull’ambiente in Italia. Basti pensare agli enormi effetti positivi in termini sociali, ambientali ed economici che potrebbe avere l’adozione di una legislazione che, come in molti altri paesi europei, aumenti l’imposizione fiscale a chi produce articoli usa e getta, destinando queste risorse ai comuni che effettuano un’elevata raccolta differenziata.
Ambiente e politica rappresentano due beni comuni fondamentali. È a partire dal sentirsi cittadini protagonisti del proprio futuro che possiamo costruire una prospettiva realmente sostenibile che non porti alla “fine del mondo”, ma al riscatto della nostra umanità.
La politica è all’altezza delle sfide del Pianeta solo se riesce a maturare consapevolezza, se alimenta la partecipazione, se fa crescere la democrazia e il protagonismo delle comunità. Unire queste spinte alla partecipazione all’urgenza di salvare l’ambiente dal degrado e dall’insostenibilità è la prima missione di una buona amministrazione e di una politica attenta al futuro. L’utopia non è un mero sogno di pochi idealisti, può essere costruita in scelte quotidiane e di responsabilità che coinvolgono e aggregano le comunità locali nella costruzione di un migliore futuro possibile.

Di Alessio Ciacci, Assessore all’Ambiente del Comune di Capannori, membro del Consiglio Direttivo Associazione dei Comuni Virtuosi, membro del Consiglio Direttivo Coordinamento italiano Agenda 21 per Kyoto
www.comune.capannori.lu.it www.ciaccimagazine.org

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