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La “pulibilità” come dimensione etica dell’architettura

Riportare l’architettura a una dimensione etica e morale, che ne riscopra l’aspetto di appartenenza alla collettività, attraverso una progettazione non fine a se stessa, ma che tenga conto del lavoro altrui. Soprattutto del lavoro di chi, quotidianamente, deve confrontarsi con i problemi della pulizia e della manutenzione di edifici, più o meno artistici.

Questo uno dei messaggi lanciati al Sia Guest di Rimini,lunedì 22 novembre scorso, nel corso della Tavola Rotonda, “Progettare per la pulizia – Come il progettista può facilitare le operazioni di pulizia e di manutenzione degli alberghi”. Organizzata da AfidampCOM, l’associazione italiana distributori di macchine, attrezzi, prodotti per la pulizia professionale, socio fondatore di Afed e con GSA come media partner, la Tavola Rotonda è stata moderata da Andrea Pancani, vicedirettore del Tg La7, e ha affrontato il delicato tema delle problematiche che gli operatori del cleaning si trovano a dovere affrontare quotidianamente e che si accentuano quando gli ambienti in cui prestano la loro attività sono pensati e realizzati esclusivamente in funzione dell’estetica, che può raggiungere la dimensione artistica, tenendo però solo conto di se stessa nella sua astratta rarefazione.

Come succede, nel caso della Fiera di Rho, progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas, che, come ha sottolineato Virna Re, presidente AfidampCOM nel discorso di saluto, rappresenta senza dubbio un unicum architettonico di stupefacente bellezza, con soluzioni ardite, come la vela in vetro e acciaio, dalle altissime implicazioni filosofiche, ma praticamente impossibile da pulire, pur impegnando squadre di operatori/rocciatori, che costano annualmente dai 400 ai 600 mila Euro, senza garantire risultati congrui e con grave rischio per la sicurezza degli addetti.

A confronto un pull di illustri ospiti, tra cui Luca Scacchetti e Massimo Iosa Ghini, tra i più noti architetti e designer, a livello internazionale, che si sono cimentati anche nella progettazione di alberghi, per marchi di grande prestigio.

E proprio Scacchetti ha manifestato «il dovere di chiedere scusa, perché troppo spesso l’architetto artista è preso dall’espressione della propria sensibilità a prescindere dal lavoro degli altri». E ha riconosciuto che la pulizia è un passaggio fondamentale per la conservazione del patrimonio edilizio architettonico e che è manifestazione di arroganza presentare un progetto senza tenere conto di altri punti di vista. E pur sottolineando che la fiera di Milano Rho è una fonte di ricchezza, ha tuttavia convenuto che non è accettabile l’impossibilità o per lo meno l’estrema difficoltà di mantenerla pulita, e, auspicando appunto una ritrovata moralità dell’architettura, ha ipotizzato l’istituzione di uno sportello a più voci, in cui progettisti e operatori del cleaning possano confrontare le proprie esigenze.
Iosa Ghini, da parte sua, ha difeso l’unicità del manufatto architettonico, che è essenzialmente sperimentazione, anche spinta agli estremi, il che comprende anche opzioni con caratteristiche di difficoltà, ma ha riconosciuto la necessità di rivedere alcuni parametri della progettazione che, oggi, non può più essere avulsa dal confronto con la committenza e con altre realtà che possono poi interagire con l’opera finita.

E che il ruolo della committenza debba essere attivo e consapevole è emerso dalle parole di Andrea Montinari, presidente di Vestas srl, proprietaria di immobili a destinazione alberghiera e di Id&a, Associazione di imprese design & affini, che ha espresso la convinzione che la “pulizia, in quanto punto di eccellenza, dovrebbe essere inserita tra i criteri di classificazione degli hotel”. Per conseguirla in maniera ottimale e a costi non penalizzanti, per Montinari è indispensabile che operino in sinergia sia i committenti, che devono esporre le proprie esigenze con chiarezza e competenza, sia i progettisti, che devono individuare materiali, forme, spazi migliori per agevolare la gestione dell’albergo, sia le aziende fornitrici di materiali, che siano materiali edilizi, di arredo, o di manutenzione e pulizia. Per arrivare a una collaborazione così stretta è indispensabile incrementare le attività di formazione e di formazione e arrivare a determinare standard di qualità riconosciuti e condivisi.

Per Valeria Bonardi, direttore dell’Hotel Duomo di Rimini, appartenente alla catena dei Design Hotel, progettato dall’architetto israeliano Ron Arad, con una filosofia incentrata sulla sensorialità, conseguita attraverso l’uso ardito di materiali e di configurazione degli spazi, la formazione continua e costante, l’aggiornamento, il controllo sono fondamentali per mantenere un elevato standard qualitativo nell’erogazione del servizio di pulizia e, a suo parere, occorrerebbe una maggiore interlocuzione tra i produttori di materiali d’arredo e i fabbricanti degli strumenti per pulire.

Necessità quindi di un dialogo costante, ribadito anche da Nicola Burlin, imprenditore nel campo dei servizi e rappresentante del CPP, Comitato Permanente settore Pulizie Professionali, che ha lamentato la “normale” mancanza di attenzione, per esempio, all’abbinamento di materiali, che spesso, per rispettare i canoni dell’estetica, non sono consoni agli ambienti e al tipo di sporco che dovranno subire e, di conseguenza, che dovrà essere eliminato. In troppi ambienti, ha sostenuto Burlin, le superfici non garantiscono la qualità della pulizia. Pertanto non è sempre possibile garantire la manutenzione del livello estetico nel tempo.

E la pulizia, ha sostenuto Franco Santini, presidente di AIMAN, l’associazione italiana dei manutentori, è un elemento fondamentale degli interventi di manutenzione, necessaria prima, durante e a fine attività. Dovrebbe quindi diventare una costante anche nella fase di conservazione ed essere normata, così come sono normati molti altri aspetti della manutenzione.

Dal pubblico, Matteo Marino, presidente AFED, ha informato che proprio l’UNI sta lavorando, attraverso un’apposita commissione di cui AFED fa parte, alla messa a punto di una norma che riconosca alla pulibilità la funzione di manutenzione degli edifici.

Un incontro, quello di Rimini, molto partecipato e fruttuoso. La prima tappa, ha concluso Virna Re, presidente AfidampCOM, di un cammino che dovrà essere percorso insieme e per la cui realizzazione i distributori, anello di congiunzione tra i produttori, gli erogatori dei servizi, gli utenti finali, si impegneranno con tutte le loro forze, in quanto detentori di un know how di conoscenze e competenze che, condivise, possono portare a un nuovo “modus operandi”.

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