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D.P.R. n. 177/2011: rafforzata la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori in “ambienti confinati”

Con l’approvazione del decreto D.P.R. n.177/2011, condiviso dalle Regioni e dalle parti sociali, arriva a conclusione il dibattito istituzionale inerente i temi in questione per i quali il Ministero del lavoro si era espresso nella circolare 5/2011 “Quadro giuridico degli appalti”. Circolare nella quale il dicastero, a fronte di un trend crescente di infortuni mortali in tali ambienti, chiedeva l’innalzamento delle misure di prevenzione, controllo e tutela. I provvedimenti introdotti dal decreto riguardano la definizione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi in virtù del quale qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati. In tal senso la qualificazione passa attraverso l’integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, informazione, formazione e possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei alla prevenzione dei rischi propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. L’impresa dovrà anche dimostrare di aver effettuato attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione e attrezzature. “Il Decreto ci interessa sotto due punti di vista” – spiega Alessandro Trapani, Presidente Assosistema – “da una parte rappresenta l’avvio di un complessivo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che come previsto dall’art. 27 del T.U. 81/08 riguarderà anche il settore della sanificazione del tessile e dello strumentario chirurgico, da noi rappresentato; dall’altro segna l’inizio di un nuovo approccio culturale dove la sicurezza sul lavoro diventa un pre-requisito che l’impresa deve dimostrare di possedere attraverso l’attuazione di comportamenti proattivi”. “E’ necessario anche un intervento in materia di manutenzione dei dispositivi di protezione individuale” – continua Trapani – “cioè del post immissione in servizio. Chi garantisce il mantenimento nel tempo dello stato di efficienza dei dispositivi di protezione individuale? Su questo punto abbiamo già lavorato con il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute attraverso la realizzazione di buone pratiche. La sicurezza sul lavoro deve diventare una premessa all’azione imprenditoriale e non un obiettivo

 

 

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