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Appalti di servizi in albergo: novità dal CCNL turismo

(tratto da “GSA” n.3, marzo 2010)

Fra le novità introdotte, un aumento medio per i lavoratori degli alberghi di 115 euro in 7 tranche e, soprattutto,un nuovo scenario per le imprese di servizi, che potrebbero trovarsi, di fatto, a impiegare norme e condizioni economiche previste da un contratto che non è il loro. Vediamo come e perché.

 

Lo scorso 20 febbraio è stato sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Categoria per i lavoratori del settore del Turismo. L’intesa fa seguito alla precedente piattaforma del 27 luglio 2007, ed è a firma unitaria di Federalberghi, Fipe, Faita, Fiavet, Federreti e, per parte sindacale, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. L’accordo prevede importanti novità in tema di apprendistato, contratto a tempo determinato, lavoro extra, orario di lavoro e, in particolare, appalto di servizi. Proprio su quest’ultimo aspetto vale la pena di soffermarsi in seguito, perché apre il campo a problematiche spinose. Il contratto avrà valore fino al 30 aprile 2013, in tutto 40 mesi. Cominciamo dagli aspetti meno problematici: in termini economici, si prevede un aumento di 115 euro per il quarto livello dei lavoratori del settore turistico. I 115 euro verranno distribuiti in 7 tranche. La prima tranche, pari a 10 euro, è partita lo scorso gennaio.

 

Finalmente l’esternalizzazione dei servizi di housekeeping

Fra i temi caldi delle trattative, il capitolo “esternalizzazione”, che è poi quello che ci riguarda più da vicino. Un tema di stretta attualità, tant’è vero che proprio recentemente Federalberghi, in collaborazione con ADAPT, l’Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del Lavoro e le Relazioni Industriali, ha prodotto un manuale sull’appalto di servizi nelle aziende alberghiere, a testimonianza della grande attenzione che le associazioni imprenditoriali, e non soltanto, dedicano al tema. Ebbene, cosa prevede il contratto nell’ambito dei servizi alberghieri esternalizzati? Al titolo IV, capo X, vengono fissate le regole in caso di appalto di servizi.

 

Il capo X, tutto dedicato all’appalto dei servizi

“L’azienda -si legge- quando intenda conferire in appalto a terzi la gestione di un servizio in precedenza gestito direttamente, convocherà le RSA o la RSU al fine di informarle sui seguenti punti:

–         attività che vengono conferite in appalto;

–         lavoratori che vengono coinvolti in tale processo;

–         assunzione del rischio di impresa da parte dell’appaltatore e dei conseguenti obblighi inseriti nel contratto di appalto derivanti dalle norme di legge in tema di assicurazione generale obbligatoria, di igiene e sicurezza sul lavoro, di rispetto dei trattamenti economici e normativi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale;

–         esercizio da parte dell’appaltatore del potere organizzativo e del potere direttivo nei confronti dei lavoratori utilizzati nell’appalto”.

 

Su quest’ultimo punto, in particolare, occorre fare un approfondimento: poniamo il caso che, come sempre accade, il personale del rifacimento letti sia gestito da una housekeeper, o governante per intenderci; quest’ultima dovrà passare giocoforza alle dipendenze dell’impresa.L’appalto genuino è piuttosto esplicito in materia, e assegna potere organizzativo e direttivo all’appaltatore.

Cominciamo dalle note positive: per la prima volta un Contratto Collettivo del Turismo prevede la possibilità di esternalizzare i servizi di housekeeping, che fino a poco tempo fa –diciamolo pure a voce bassa, ma diciamolo-, erano in effetti svolti ma mai riconosciuti. Ecco, il merito di riconoscere e normare l’esternalizzazione di tali servizi non si può proprio negare al nuovo CCNL Turismo. Finalmente insomma, dopo molti anni in cui l’ipotesi dell’appalto di servizi nell’area ad alto contenuto di manodopera dell’housekeeping era contrastata, una piattaforma contrattuale del settore del turismo prevede esplicitamente la possibilità di esternalizzazione. Le norme, tuttavia, appaiono di complicata attuazione per le imprese di servizi, le quali si troveranno in un territorio che non è il loro. Vediamo perché.

 

Le imprese dovranno conoscere il CCNL Turismo…

Quanto previsto più sotto sembra preoccupante, perché di fatto impone agli imprenditori dei servizi di… impiegare norme contrattuali che non sono le loro! Forse un esempio concreto può aiutare: immaginiamo un albergo che svolga in proprio i suoi servizi, ossia che impieghi personale interno per le operazioni di pulizia e rassetto camere.Ora, proviamo a immaginare cosa succederebbe se quest’albergo decidesse, a un certo punto, di ricorrere all’esternalizzazione di questi servizi prima svolti internamente, quindi di affidarsi a una ditta esterna. A questo punto potrebbe verificarsi che i dipendenti dell’albergo passino a lavorare per conto dell’impresa appaltatrice. E qui cominciano i problemi. Come noi sappiamo bene, il settore delle imprese di servizi ha un suo specifico contratto, il CCNL “Multiservizi” di cui, in queste pagine, si è tanto parlato. Senonché interviene quanto previsto espressamente dal punto 5 del già menzionato capo X del Contratto del Turismo: “In relazione agli appalti di servizi di pulizia e riassetto camere, l’appaltante utilizzerà solo appaltatori che si impegnino a corrispondere, ai lavoratori che già prestavano servizio con contratto a tempo determinato alle dipendenze dell’azienda appaltante e che abbiano risolto con modalità condivise il rapporto di lavoro, un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quanto previsto dal vigente CCNL Turismo, comprensivo dell’assistenza sanitaria integrativa e di eventuali ulteriori servizi offerti dall’appaltante ai propri dipendenti (es. vitto) a parità di livello e di mansioni svolte. Condizioni che, francamente, non corrispondono a quelle di norma offerte da un’impresa di servizi.

 

Esternalizzazione: prevista e normata… ma a che prezzo?

Certo, si potrà dire: ora anche il rifacimento letti, fino a ieri operazione (ufficialmente) tabù per il personale esterno, può essere svolto, da contratto, anche da personale delle imprese. Ma a una condizione, da quanto emerge dal CCNL Turismo: che il contratto di riferimento sia quello del turismo… “In effetti, però -puntualizza il responsabile Servizi sindacali per il Turismo dell’Unione del Commercio di Milano …. Buongiovanni- formalmente non si tratta di applicare un altro contratto. In effetti il capo X parla di equiparazione delle condizioni normative ed economiche, ma non dell’applicazione di un altro contratto”. Fatto sta, però, che la situazione non è delle più semplici, e non sono solo parole. Quanto previsto dal CCNL Turismo rischia di scatenare molta conflittualità non indifferente nel nostro settore. Si parla infatti non solo di condizioni economiche –questo sarebbe anche il meno…- ma soprattutto di organizzazione. Quali sono, esattamente, le norme previste dal CCNL Turismo? E come poter fare lavorare una parte di dipendenti con un contratto che non è quello che l’imprenditore dei servizi è abituato ad applicare di regola, e che in albergo si trova -di fatto- a dover applicare?

Cerchiamo di fare chiarezza: un imprenditore dei servizi, trovandosi nel caso appena descritto, dovrebbe innanzitutto conoscere il contratto del Turismo. Posto questo punto fermo, è soprattutto dal punto di vista organizzativo che possono emergere i problemi più gravi: orari, turni, persone… E soprattutto: un’azienda di servizi non rischia di trovarsi costretta a diversificare il trattamento tra operatore e operatore? E in questo caso, come si può uscire dal problema?

Nicola Burlin, imprenditore che da anni si occupa del settore alberghiero, è chiaro in merito: “La questione è problematica, non tanto sotto il profilo economico, quanto dal punto di vista della gestione. La forza competitiva delle nostre aziende sta nella flessibilità, che qui viene molto ridotta. Ma c’è di più: quanto previsto dal CCNL Turismo creerà un’altra distorsione data dal fatto che in un albergo i cui servizi siano esternalizzati ci potrà essere personale rilevato dall’hotel stesso che potrà godere di condizioni migliorative rispetto alle condizioni dell’appaltatore”. Addio flessibilità, dunque, e gravi problemi nella gestione dell’esternalizzazione. E’ questo il prezzo da pagare? Molto chiara, a tale proposito, la posizione di Filcams-Cgil, il cui segretario nazionale per il Turismo Maurizio Scarpa spiega: “Il nostro orientamento in sede di trattativa contrattuale è stata quello di preservare la specificità del tipo di mansione. Per quanto riguarda i servizi di housekeeping, noi siamo contrari all’esternalizzazione, e se questa deve essere fatta, ci vogliono regole chiare”. Questa, dunque, è la prospettiva alla luce della quale interpretare quanto previsto dal Contratto? “Sì –precisa Scarpa-. E sarò ancora più chiaro: il nostro timore è che si scada nella mera somministrazione di manodopera”. Fatto sta che, fra aspetti positivi (indubbi) e altrettanto certe problematicità, il nuovo CCNL Turismo farà discutere, e non poco. Staremo a vedere.

 

Simone Finotti

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