HomedisinfestazioneNon disinfestare : la globalizzazione del rischio

Non disinfestare : la globalizzazione del rischio

Su questo tema è incentrato un lungo documento,presentato per la prima volta nella sede del Parlamento Britannico lo scorso 25 giugno, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ un appello che deve far riflettere, e non solo gli addetti ai lavori.

Ne diamo una sintesi in anteprima assoluta.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un libro dal titolo “Public Health Significance of Urban Pests” atteso da anni e finalmente lanciato in Europa lo scorso 2 luglio a Tallin,in Estonia,(vedi GSA agosto pg.62) ha fatto il punto sui pericoli e sui costi della non-disinfestazione. Si tratta di un appello epocale, da ascoltare con grande attenzione per trarne alcune, importanti conclusioni. Ma anche di un documento dettagliato, che prende in esame, suddivisi per singoli agenti infestanti, i crescenti rischi che stanno interessando sempre più anche i Paesi a più alto sviluppo come quelli del Nordamerica e dell’Europa.

 

Stuyt and Fryatt after launch principale

 

Un rischio planetario

In circa 600 fitte pagine, di cui esiste fra l’altro un summary (se così si può chiamare, data la mole -48 pagine- anche di quest’ultimo documento!) redatto dal CIEH (Chartered Institute of Environmental Health) e in corso di traduzione da parte di ANID (si veda in proposito, su queste stesse pagine, l’intervista a Sergio Urizio, ndR) l’OMS ha posto l’accento sulla grave situazione, a livello planetario, legata alla mancata attività di disinfestazione.

Un rischio “globalizzato”

Lo scenario è dei più inquietanti: i recenti casi di virus West Nile (febbre del Nilo) negli USA, ma anche i primi casi europei della cosiddetta Lyme disease (malattia del limo), causata da micorganismi come lo spirochete bacteria e trasmissibile dagli animali all’uomo, stanno richiamando proprio in questi giorni l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulla necessità di un’attività seria di disinfestazione che consenta un risparmio in termini di costi economici e sociali a livello mondiale.

Fattori come l’espansione dei nuclei urbani in periferie un tempo regno di roditori commensali e insetti stanno incrementando l’incidenza di patologie legate a questo tipo di infestazione. Si tratta di un problema dalle numerose sfaccettature, puntualizza l’OMS, perché abbraccia problematiche ambientali, strutturali, normative, manageriali, finanziarie, scientifiche e climatiche. Ce n’è per tutti, insomma, e d’ora in poi nessuno potrà più ritenere non necessaria un’azione sinergica fra tutti gli attori coinvolti, dall’addetto ai lavori al semplice cittadino.

Il ruolo del legislatore

Certo il ruolo dei legislatori è di cruciale importanza: tutto dovrà partire dalla prevenzione, le cui prassi dovranno essere regolate a norma di legge. Si auspica, ad esempio, una maggiore attenzione normativa alla fase di progettazione e costruzione delle nuove aree insediative cittadine. E si invocano edifici “pest-proof”, neologismo che sta per “protetti dagli agenti infestanti”.

Le responsabilità devono essere individuate, in ciascun Paese, a carico di ogni singolo dipartimento di Governo (Ministero, nel caso dell’Italia), che dovrà monitorare la situazione, programmare ed implementare adeguate misure di controllo.

Un controllo capillare che dovrà abbracciare anche i singoli contesti domestici.

L’importanza della formazione

L’approvvigionamento e l’applicazione dei prodotti pesticidi sono al centro di una lunga riflessione: il mercato di tali prodotti, infatti, dovrà essere regolato da precise e severe normative (cosa che, in UE, già è in atto), e chi utilizza tali prodotti dovrà essere adeguatamente formato e addestrato (un leitmotiv dell’attività di ANID, che si sta prodigando con ogni mezzo per sviluppare l’aspetto formativo), per evitare inutili rischi.

Ricerca e sicurezza

Un altro importante capitolo è riservato all’importanza della ricerca accademica. Per questo i governi e le istituzioni sono chiamati ad incoraggiare, sviluppare e promuovere la ricerca in tutti i campi, soprattutto in relazione alla sicurezza e agli effetti dei prodotti sull’uomo, sugli animali e sulle altre forme di vita. E’ una necessità che sta sempre più diventando un imperativo per il prossimo futuro.

Per ogni infestante, i suoi rischi

Il documento OMS passa poi ad analizzare, nel dettaglio, tutti i rischi connessi con ciascun agente infestante. Si parte da asma e allergie, che interessano buona parte della popolazione mondiale (si calcola che l’asma sia tra le affezioni urbane più diffuse nel mondo) e che spesso sono in relazione con la presenza di scarafaggi, roditori, acari della polvere. Tanto che uno studio ha scoperto che il 77% dei bimbi asmatici tra i 4 e i 9 anni sono sensibili ad almeno uno degli allergeni testati, soprattutto quelli degli scarafaggi e dei topi. Un discorso pressoché analogo si può fare per gli acari della polvere.

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