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Controllo delle mosche e benessere animale

(da GSA MAggio 2011)

Una soluzione ecosostenibile in un allevamento suinicolo della Calabria

L’entomofauna degli ambienti zootecnici comprende svariate specie di artropodi nell’ambito dei quali i ditteri sono quasi sempre preponderanti. L’eccessiva concentrazione di animali presenti in tali ambienti, assieme alla grande quantità di deiezioni, divengono la causa innescante e un ottimo substrato di sviluppo per numerose specie di mosche. La presenza di questi insetti è una fonte continua di disturbo sia per gli animali, (tanto da determinare perdite economiche riconducibili a riduzione della produzione di carne e latte), sia per gli operatori. Tra i metodi di contenimento, ancor oggi, la lotta chimica è di gran lunga la più usata ma la sua efficacia è spesso ridotta dall’insorgenza di fenomeni di resistenza ai principi attivi impiegati. Nasce dunque l’esigenza di ricercare e sperimentare tecniche di controllo alternative in grado di implementare l’efficacia di quelle già esistenti minimizzando nel contempo l’impiego di molecole chimiche di sintesi che male si collocano in una visione di allevamento che vuole, a ogni buon conto, non perdere di vista le minime norme che salvaguardano il benessere dell’animale. In tale prospettiva è stata condotta la valutazione oggetto del presente contributo, le cui finalità erano la stima dell’efficacia in termini di efficienza di una strategia di controllo basata sull’impiego di trappole elettriche luminose ad aspirazione
per il controllo dei muscidi in un allevamento suinicolo, e il confronto tra questa e le tecniche di controllo chimico classico adottate nella medesima tipologia di allevamenti.

di Vincenzo Palmeri, Orlando Campolo, Saverio Bruno Grande, Agatino Maurizio Verdone

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