HomedisinfestazioneColombi ed ospitalità: un binomio non conciliabile

Colombi ed ospitalità: un binomio non conciliabile

La presenza di colombi sembra ormai divenuta una costante nei panorami delle nostre città, creando non facili problemi per il loro allontanamento da immobili di pregio o destinati ad accogliere ospiti, come hotel o resort.


Quello che è invece del tutto cambiato è il loro status giuridico, come conseguenza di una sentenza della Corte di Cassazione che li ha adesso parificati a tutti gli effetti alle specie selvatiche, invertendo quella tendenza ormai largamente accettata, che li vedeva come animali di provenienza domestica sfuggiti al loro stato e dunque estranei alla fauna in senso stretto ed alle norme che ne regolano gestione e conservazione. Così da animali senza padrone, i colombi sono divenuti patrimonio indisponibile dello Stato e come tutte le altre specie di uccelli, posti sotto tutela ed affidati alla responsabilità gestionale delle Regioni e per esse delle Province, nell’ambito delle norme quadro nazionali. Si è in tal modo azzerata quella responsabilità diretta delle Amministrazioni Comunali, a cui finora si demandavano le relative problematiche di contenimento, che si erano dimostrate sensibili e vicine a chi nelle città deve e dovrà sopportare danni e disagi causati dalla presenza di questi uccelli.

Dal punto di vista della gestione delle popolazioni di colombi da parte degli Enti preposti, questo fatto certamente complica le possibilità di intervento, con una complicazione della prassi autorizzativa e dunque delle pastoie burocratiche, sempre che non si cada in una forzata immobilità operativa nel rimpallo di competenze, adesso tutte da verificare.
Cittadini ed imprenditori più soli? Ne esiste il pericolo. Ecco allora la rinnovata necessità di interventi dei singoli che mettano in sicurezza immobili di pregio o permettano, nel presente contesto, di dare all’ospitalità un valore aggiunto, tenendo lontano chi può creare problemi di igiene, decoro ma anche disturbo acustico. Ovviamente queste azioni di allontanamento dei colombi non richiedono alcuna autorizzazione, anzi sono spesso richieste dai regolamenti edilizi.
Non possiamo allora che raccomandare un’accurata manutenzione degli immobili ricorrendo alle moderne tecnologie di difesa passiva, così da disincentivare quanto possibile lo stazionamento dei colombi.

Questa problematica ha due aspetti ben distinti: il primo è quello relativo alle caratteristiche progettuali di un immobile, con la necessità di non indulgere a soluzioni e stili costruttivi che possano poi generare facilità di stazionamento e nidificazione per i colombi. Prevenire la loro presenza è oggi un imperativo che quando disatteso porta a dover sopportare spese e disagi, quando sanabili! Precisa attenzione deve essere posta anche al verde e dunque alle essenze che si impiegano nella progettazione dei giardini e delle bordure. Assolutamente da scartare sono quelle piante che producono bacche appetibili per i colombi e le tortore ( come il viburno, oggi di gran moda) che finirebbero per costituire un irresistibile elemento di richiamo alimentare.
L’altro aspetto è quello relativo alla difesa di un immobile che per le sue caratteristiche costruttive costituisce un sito adatto allo stazionamento od al rifugio dei colombi. In questa ottica, bisogna tenere ben presenti alcuni fatti: il colombo è alla continua ricerca di luoghi in cui nidificare o rifugiarsi; ha grandi capacità di memoria mettendo a frutto esperienze passate; ha la capacità di sviluppare affezione fortissima per un luogo dove ha precedentemente nidificato, tanto che precise evidenze sperimentali dimostrano la inefficacia degli usuali mezzi antistazionamento se il loro fine è quello di impedire l’accesso ad un sito di nidificazione attiva.

Con tali premesse è facile intuire le necessità di una attiva prevenzione; questa deve svilupparsi lungo un percorso non casuale, che parte dal monitoraggio di tutte le situazioni di criticità, capaci di costituire un’attrazione per i colombi; intervenire, se necessario, in modo tempestivo; seguire nel tempo la efficacia dei mezzi impiegati e la loro durata. Quest’ultimo punto è forse il più importante quanto il più disatteso.

Eliminare la radicata presenza di una colonia di colombi può costituire un problema di non facile soluzione, laddove non si ricorra ad interventi drastici. Questi devono prevedere la eliminazione dei nidi e la effettiva chiusura degli accessi con materiali resistenti e soprattutto posizionati a regola d’arte, tali da costituire un effettivo scudo nell’arginare animali che con ogni mezzo, e pazienza, tenteranno di riguadagnare la posizione perduta. Un discorso parallelo vale per i mezzi antistazionamento, sia meccanici che elettrici, anch’essi da posizionare con cura ed attenzione, affidandosi ad operatori di provata competenza ed esperienza. Si faccia inoltre attenzione a quei mezzi di allontanamento spesso proposti come innovativi e risolutivi: i colombi non sono sensibili ad ultrasuoni né, in questo senso, a campi magnetici.

Un ulteriore fatto da tenere presente è lo stretto rapporto che si crea tra nidi dei colombi, penne, guano ed insetti od acari che in essi si rifugiano facendone il loro habitat elettivo. Le zecche del genere Argas sono solo la punta di un iceberg costituito da decine e decine di specie diverse che traggono vantaggio dalla presenza dei colombi, dei nidiacei, dei materiali del nido. Alcune sono di precipuo interesse umano, in quanto ematofaghe, trasformando la problematica da igienica in sanitaria. Da qui la necessità di estese disinfestazioni allorché si eliminino colonie di colombi da un qualunque locale.

Il messaggio che qui si vuol trasmettere è quello di non sottovalutare il problema, trattandolo invece come una priorità. Tener lontano i colombi è un elemento capace di contribuire in modo forte al decoro di un immobile, parte sostanziale della sua immagine, del suo gradimento, certamente non solo estetico.

*Natale Emilio Baldaccini, ordinario di Etologia – Università di Pisa.

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