HomesanitàZanzare: parola d’ordine “sorveglianza”

Zanzare: parola d’ordine “sorveglianza”

Un articolo segnala la possibile presenza di encefalite giapponese in alcune zanzare in Italia. Ricercatori del Mipi-Iss commentano i dati.

Uno studio sulla presenza di flavivirus Rna nelle zanzare in Italia sembra aver portato a individuare una sequenza genomica che in parte ricalca quella del virus dell’encefalite giapponese (Japanese encephalitis virus, Jev). Lo riferiscono gli autori stessi dell’indagine, nell’articolo “Japanese encephalitis virus Rna detected in culex pipiens mosquitoes in Italy” pubblicato su Eurosurveillance a luglio 2012, sottolineando però la preliminarietà dei dati e la necessità di ulteriori conferme.

Dal campione di Culex pipiens analizzato, e raccolto nell’Italia settentrionale (Emilia-Romagna), si sono ottenuti i sequenziamenti di tre diversi flavivirus: un virus specifico degli insetti (insect-specific flavivirus, Isf), il virus Usutu (Usuv) e stranamente quello della Jev. Mentre infatti l’Isf e l’Usuv sono già stati documentati in Italia e negli altri Paesi europei, il virus dell’encefalite giapponese non è mai stato riscontrato nelle zanzare d’Europa. Il Jev è un flavivirus trasmesso dalle zanzare ed è endemico in Asia (anche se si sta estendendo verso ovest  in India e Pakistan) dove è la principale causa di encefalite.

Nella lettura complessiva di questo studio, è però importante considerare che la sequenza genomica individuata come corrispondente a quella riconosciuta di alcuni ceppi di Jev in pipistrelli cinesi è molto breve (167 coppie di basi, base pair, bp, su circa 2700 che costituiscono l’intera proteina) e che i flavivirus presantano alte omologie di sequenza nel proprio patrimonio genetico. La sequenza individuata potrebbe anche essere dunque la sequenza di un altro flavivirus non ancora identificato. Il fatto che gli autori riferiscano di non essere riusciti a amplificare zone più ampie del genoma e che i tentativi di isolamento del virus non abbiano avuto successo non permette di trarre conclusioni definitive.

Dal punto di vista epidemiologico/entomologico, va considerato che in Italia il sistema di sorveglianza delle malattie infettive non ha riportato fino  ad oggi alcun caso di encefalite giapponese d’importazione, come invece accade annualmente, ad esempio, con la Dengue (infezione contratta in aree di endemia tropicali e subtropicali, causata da un gruppo di  flavivirus composto da 4 sierotipi antigenicamente correlati, trasmessi da zanzare del genere Aedes). Appare dunque estremamente improbabile che una zanzara indigena possa essersi infettata su un serbatoio d’infezione introdotto (individuo viremico) e passato inosservato. Altrettanto improbabile appare la possibilità che l’arbovirus sia stato introdotto direttamente con la zanzara infetta tramite carichi commerciali, come avviene ad esempio con la zanzara tigre, essendo le specie appartenenti al genere Culex molto meno idonee ai lunghi spostamenti passivi rispetto alla specie suddetta.

 

Quello che comunque rimane fondamentale è mantenere alta l’allerta, migliorare e potenziare  tutti i sistemi di sorveglianza dedicati alle malattie trasmesse da zanzare, sia per poter sciogliere qualsiasi dubbio sia per poter applicare tutte le eventuali misure di intervento.

(fonte Epicentro www.epicentro.iss.it)

Autori: Loredana Nicoletti, Maria Grazia Ciufolini, Roberto Romi – dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate (Mipi), Iss

 

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