HomesanitàAlle stelle nel 2010 le quotazioni del cotone

Alle stelle nel 2010 le quotazioni del cotone

Volano i prezzi del cotone e crescono i problemi per le imprese della filiera del tessile.
Se ne è discusso nel corso di una tavola rotonda organizzata a Roma da ASSOSISTEMA – l’Associazione del Sistema Industriale Integrato dei Servizi Tessili e Medici Affini, aderente a Confindustria – cui hanno preso parte alcune tra le più note e importanti aziende nazionali produttrici di beni tessili.
Dall’inizio dell’anno, infatti, si è registrato un aumento del 65% nei prezzi del cotone e una contemporanea riduzione delle scorte moltiplicando, così, le difficoltà di approvvigionamento delle imprese. In questo scenario – con la quotazione che, al New York Cotton Exchange, ha di recente sfondato quota 1,50 dollari la libbra e, ciò che è più importante, non mostra alcun cenno di evidente controtendenza – ASSOSISTEMA ha chiamato a raccolta le imprese interessate, per avviare un confronto serrato sul problema e analizzare la portata delle conseguenze sugli assetti finanziari e organizzativi delle imprese già fortemente penalizzate dai noti problemi congiunturali e strutturali che caratterizzano l’economia del nostro Paese.
Il presidente dell’Associazione, dottor Alessandro Trapani ha espresso il punto di vista di ASSOSISTEMA secondo la quale il fenomeno impone una riflessione seria poiché le imprese del sistema industriale integrato dei servizi tessili e medici affini sono le principali acquirenti di prodotti in cotone destinati all’uso ospedaliero, turistico, industriale e commerciale (camici, abiti da lavoro, lenzuola, federe, asciugamani, ecc.).
Ad avviso dell’Associazione, urgono politiche di contenimento del fenomeno e azioni di contrasto a bolle speculative che, considerati i mercati di sbocco delle industrie interessate, avrebbero inevitabili ripercussioni sulla collettività in generale: dalla Sanità Pubblica e privata al settore della ricezione turistica e della ristorazione, come pure all’industria e al commercio. Il tutto, per evitare il rischio che il settore produttivo rappresentato da ASSOSISTEMA, già fortemente mortificato da fenomeni di concorrenza sleale e dumping, non venga ulteriormente penalizzato e portato sull’orlo del baratro.
E.M.

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