HomesanitàAfidamp accende i fari sui CAM ospedalieri

Afidamp accende i fari sui CAM ospedalieri

Grande partecipazione di pubblico per il convegno Afidamp che ha inaugurato l’edizione 2015 di Pulire. L’incontro, focalizzato sui Criteri Ambientali Minimi in ambiente ospedaliero per i servizi di pulizia, ha riunito i più importanti esponenti del settore.

Come è risaputo, i documenti “Criteri Ambientali Minimi” o “CAM”, adottati con Decreto Ministeriale, riportano delle indicazioni generali volte ad indirizzare l’ente pubblico appaltante verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e forniscono delle “considerazioni ambientali” volte a qualificare “ambientalmente” sia le forniture che gli affidamenti, lungo l’intero ciclo di vita del servizio/prodotto.
La normativa in ambito ospedaliero è tuttavia in piena evoluzione, con una serie di novità esposte in una prima bozza diramata dal Ministero dell’Ambiente nelle scorse settimane. Proprio per questo si è reso necessario fare il punto della situazione e capire in quale direzione si sta andando.

Lidia Capparelli, Responsabile Green Public Procurement di Consip, ha posto l’accento sulla grande importanza di questo tema, strettamente legato alla salute, poiché quello ospedaliero rappresenta un settore ad altissima competenza, ma necessariamente condizionato da problemi organizzativi e di capacità tecnica, come molte Pubbliche Amministrazioni nel nostro Paese.

Gianfranco Finzi, Presidente ANMDO, nella sua premessa ha esordito constatando come al centro del sistema sanitario sembri dominare l’euro rispetto alle necessità del paziente, fermo restando le varie differenze di tipo regionale all’interno del territorio italiano. Eppure, la sanità è un ambito in cui i tagli trasversali andrebbero scongiurati, dato che servizio acquisisce ogni giorno più importanza, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Per ciò che concerne nello specifico gli appalti che riguardano il comparto della pulizia, il Presidente Finzi ha ricordato ai presenti che i documenti più importanti sono il capitolato pulizia di Consip e proprio i Cam ospedalieri. Essi infatti stabiliscono la frequenza della pulizia, le modalità di esecuzione, la formazione e le innovazioni da mettere in atto. Tuttavia, viene sottolineato che ci sono margini di miglioramento in entrambi i documenti, soprattutto sul fronte della formazione,per la supervisione (nei Cam nemmeno prevista) e le innovazioni su mezzi ed attrezzature, presenti solo nei Cam (in particolare su utilizzo microfibra e detergenti biologici, circa i quali però restano ancora perplessità su una loro possibile pericolosità).

Riccardo Rifici, del Ministero dell’Ambiente, ha invece ricordato che il Decreto 2012 sui servizi pulizia è stato primo passo verso la creazione di un piano organico d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pa. Il tema è particolarmente strategico, ribadisce Rifici, vista l’incidenza delle infezioni nei contesti ospedalieri e quindi la grande responsabilità che pesa

sulla struttura sanitaria quando appalta i servizi di pulizia.

Sandra Zuzzi, Presidente Fare, Associazione degli Economi e Provveditori della Sanità, ha sottolineato l’importanza della formazione di chi opera nelle aziende ospedaliere con il compito di supervisionare l’esecuzione dei servizi. Mancano infatti, in generale, professionalità adeguatamente qualificate per effettuare valutazioni, ma nello stesso tempo manca anche un quadro coerente da gestire. E’ senza dubbio necessario recuperare efficienza, ma non di meno investire dove è opportuno. Il settore sanitario invece è tra i più martoriati dai tagli e si annuncia un’ulteriore scure del 4%. Secondo Sandra Zuzzi l’esigenza ambientale va senza dubbio sostenuta, ma servono criteri semplici, a vantaggio sia della qualità del servizio erogato che delle operazioni di controllo. Il tutto in un quadro di maggiore trasparenza negli appalti.

Le ha fatto eco Riccardo Rifici, ribadendo la difficoltà nel valutare le prestazioni tecniche. La maggior parte delle stazioni appaltanti non è infatti ancora adeguatamente preparata, mentre tutte dovrebbero avere la capacità di controllare con precisione l’esecuzione dell’appalto. I Cam nascono proprio per questo: vogliono venire in aiuto alle PA e rappresentare uno strumento di verifica, ma bisognerebbe pensare anche a controlli a campione adeguati.

Rifici ha inoltre anticipato ai presenti che in Parlamento è in corso di approvazione finale una norma di legge che renderà obbligatoria l’applicazione di alcuni CAM. Quando la legge sarà effettiva, la situazione cambierà radicalmente, perché i CAM non saranno più soltanto volontari.

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